La Renault “Espace” appartiene ad una categoria di vetture oggi “in via d’estinzione” quale quella delle monovolume. Vetture che puntano su praticità e quantità di spazio a disposizione piuttosto che su sportività o design. Anzi, potremmo dire che la Espace fu proprio la capostipite di questa famiglia, ottenendo le simpatie di molte famiglie quando venne lanciata nel lontano 1984. In 35 anni le cose sono cambiate però, e con l’avvento dei SUV le monovolume stanno cominciando a cedere il passo ad altre tipologie di mezzi di trasporto, causando la “morte” commerciale di tante auto ormai divenute storiche. Ecco perchè, quando nel 2014 la casa della Losanga ha deciso di mettere mano alla V generazione della Espace, ha voluto farlo caratterizzando il design in maniera da non perdere le doti di abitabilità proprie delle “multispazio” anche con una carrozzeria esteticamente affine a quelli che sono i canoni stilistici del mondo.

Tratti stilistici che vengono rivisti anche all’interno, con l’abitacolo che viene impreziosito con materiali di prima scelta e soluzioni che strizzano l’occhio alle tanto vendute “tedesche”, da sempre identificate come “premium” da clientela e case produttrici.




Il frutto di questo notevole lavoro lo si percepisce in pienezza trovandosi dinanzi ad una Renault Espace “Initiale Parìs”, l’allestimento top di gamma che proprio dalla Espace si è diffuso arrivando a “contagiare” anche vetture appartenenti ad altri segmenti nel listino della Casa francese.

Al lancio della vettura “a grandezza naturale” è corrisposto da parte di Renault anche il lancio, presso le proprie concessionarie, di una doppia serie di repliche in scala 1/43 proprio della Espace “Initiale Parìs” della cui realizzazione si è occupata Norev, ormai fiduciaria in campo modellistico di Renault come di molte altre Case d’Oltralpe.




Come dicevo poco fa le serie di Espace erano due, identiche a livello qualitativo, sia della replica sia della confezione, ma differenziate dal volume produttivo. La prima infatti faceva parte di un lotto numerato di poco meno di 2000 esemplari, la seconda – che è quella che vedremo oggi – destinata alla libera vendita.

Quindi, a meno che non siate avidi collezionisti di pezzi “esclusivi”, il prezzo potrà essere l’unico fattore discriminante nella scelta della serie da portarsi a casa. 10 euro per la non numerata, oltre 40 per quella che in più presenta solamente una placca identificativa: la decisione spetta a voi.




Ora che abbiamo contestualizzato la replica possiamo procedere all’esame del packaging al cui interno essa è contenuta. Il primo impatto, posso dirvelo senza troppi giri di parole, non sarà dei migliori, visto che come involucro protettivo Norev ha scelto una semplice scatola in cartoncino bianco completamente anonima. L’unico elemento in grado di identificare il contenuto è un piccolo badge con “codice prodotto” e scala.

Dentro la situazione migliora, e non di poco, lasciando spazio a quello che è in tutto e per tutto un cofanetto simile a quelli utilizzati in gioielleria per contenere preziosi quali orologi. All’esterno esso appare completamente nero, fatta eccezione per alcuni elementi in bianco che definirei “di design”, mentre una volta sollevato il coperchio il nero fa spazio ad un elegantissimo bianco. Bianco che per mezzo di un bel contrasto rende l’osservazione del modellino più facile e che viene “sporcato” solamente da due badge, il primo identificativo del modello il secondo dell’allestimento. Completano il pacchetto già di per sé molto generoso un bel laccio in tessuto utile a mantenere sollevato il coperchio della scatola ed una protezione in plastica per il modellino vero e proprio. Sul fondo, ben nascoste durante l’esposizione, tutte le informazioni di sicurezza ed il sigillo di autenticità di Renault.




Arriviamo ora al pezzo forte, alla replica che è l’oggetto fondamentale di questa recensione.

In questo caso, il colore dell’esemplare che ho in prova è un viola che il listino ufficiale chiama “Amèthyste” e che è tipico dell’allestimento “Initiale Parìs”. Tra l’altro è l’unico colore disponibile qualora desideriate avere il cofanetto, mentre altre tinte sono disponibili nel solito packaging di Norev.

Onestamente però non vedo il motivo di andare a ricercare un ulteriore colore, visto che questo viola metallizzato – oltre a regalare stupende sfumature una volta esposto alla luce – è la perfetta sintesi tra l’esuberanza tipica della nuova “moda alla francese” ed il lusso decisamente meno vistoso che cerca un cliente “premium”. Se poi aggiungiamo alla tinta, che tendendo al nero riesce già da sola nel difficile compito di smussare le dimensioni non certo utilitarie della Espace, una serie di cromature ben studiate e posizionate nei punti giusti, allora la sinuosità e l’eleganze che traspare dalle linee frutto delle mani dei designer raggiunge livelli propri di vetture di ben altro segmento. Una serie di cromature che Norev ha saputo replicare alla perfezione, andando ad affiancare alla plastica rivestita alcune parti verniciate in punti meno esposti e più difficili da lavorare. Anche per i cerchi, che come vuole il più recente corso stilistico di Renault sono volutamente “spoporzionati” ma mai “sgraziati”, riprendono il cromo usato ampiamente sulla carrozzeria, pur creando una riuscita commistione col nero opaco delle zone meno in vista. Anche in questo caso il lavoro di Norev è secondo solo a quello dei cugini francesi di Renault. Concludo la disamina degli esterni con un obbligato passaggio sui gruppi ottici, che in questo allestimento sono “full led”. Il disegno è ben ripreso sia all’anteriore sia al posteriore, dove il faro di espande andando a lambire perfino il terzo finestrino. Meno riuscito è l’effetto dei diodi delle luci diurne, reso con la plastica cromata vista prima e forse troppo simile ad una cromatura piuttosto che ad un elemento luminoso.




Ora arriviamo alla parte più strana della recensione di questa piccola Espace, visto che mai mi sarei aspettato di dover analizzare e lodare gli interni di un 1/43. Invece dopo aver preso in mano questa replica mi sono dovuto ricredere alla luce di quello che sto per dirvi. Ed anzi, alla luce pare quasi un gioco di parole voluto, visto che buona parte della visuale sull’abitacolo l’abbiamo dal parabrezza e dall’ampio tetto panoramico. Meno “rivelanti” sono finestrini laterali e lunotto, piuttosto sottili perchè schiacciarti tra il tetto ed una linea di cintura piuttosto alta.

Vi avviso subito: non dobbiamo aspettarci dei veri e propri miracoli, ma molti potrebbero rimanere sorpresi specie se abituati ad 1/43 di dubbia qualità.




La plancia è ben inserita e si individua facilmente visto che anche nel modellino è stato ripreso lo schema cromatico grigio-bianco a contrasto. Aiuta in questo senso anche il gigantesco tablet centrale, introdotto proprio sulla Espace e più simile ad un i-Pad per logica di funzionamento. Bene anche lo sterzo, con tanto di comandi e loghi in vista, ed ultimo ma non meno importante è presente perfino il piccolo head-up display.

Eccoci dunque arrivati alla fine di questa recensione un po’ diversa dal solito. Questa volta le mie conclusioni saranno brevi e concise, visto che credo di aver già dato una risposta alla domanda “Se vale la pena di comprare questa Espace” mettendo in relazione caratteristiche e prezzo. Insomma, per 10 euro nel mondo del collezionismo cosa potete comprare? Nemmeno un modellino da edicola, dato che quelli rasentano di 16 euro ultimamente. Questo modello, credo l’abbiate capito, non ha nulla a che vedere con i modelli-giocattolo che di solito ci si porta a casa per meno di 10 euro, ma anche per di più. Questo è un modello premium che non avrei difficoltà a consigliare anche per 30/40 euro, figuriamoci a meno della metà. Poi il cofanetto aggiunge quel tocco di classe che in esposizione non fa mai male e che anzi riesce a far breccia nel cuore di molti appassionati.

Questo era quello che avevo da dirvi sulla piccola Renault Espace in scala 1/43 di Norev, ora la parola passa a voi qua sotto nei commenti, poco più in basso della descrizione nella quale troverete i link ai miei social ed al sito web dove potrete accaparrarvi questa piccola meraviglia. Fate in fretta però, certi treni passano una volta nella vita.